VIESTE
3 AGOSTO
ore 21 – concerto
(Marina Piccola)
LNDFK & ZE in the clouds
LNDFK è una producer e songwriter, figlia di due diverse culture, madre italiana e padre arabo, cresciuta a Napoli. La sua musica subisce l’influenza del jazz, del neo-soul e dell’hip-hop, il tutto filtrato tramite il suo bagaglio di esperienze e la sua sensibilità. Con la pubblicazione dei suoi primi singoli ha ottenuto i plausi di pubblico e critica specializzata. La sua musica è stata supportata da numerose radio internazionali (BBC, Worldwide FM, NTS) e ha raggiunto più di un milione di ascoltatori sulle piattaforme digitali. Accompagnata dalla sua band, ha collezionato diverse date in tutta Italia, dividendo il palco, tra gli altri, con Kamasi Washington e MNDSGN. A maggio 2019 è stata tra le protagoniste dell’ultima edizione live del Primavera Sound di Barcellona. Attualmente è impegnata nella lavorazione del suo LP d’esordio, in uscita nell’autunno 2021 per l’etichetta newyorchese Bastard Jazz, e licenziato in Italia da La Tempesta. “Don’t Know I’m Dead Or Not”, in uscita il 18 giugno, è il primo singolo estratto dall’album. Il brano – coprodotto, così come l’intero album, con Dario Bass – è profondamente simbolico: è connesso al fenomeno della depersonalizzazione, un disturbo dissociativo in cui il soggetto avverte un’alterazione della percezione di sé e dell’ambiente circostante.
La traccia vede la partecipazione del rapper americano Chester Watson, già membro del collettivo Nu Age Syndicate, e considerato uno dei migliori new-comers nella scena alternative hip-hop statunitense. Il suo rap amplifica le ombre scure del brano, che si intrecciano con i contorni sensibili della voce di LNDFK. “Don’t Know I’m Dear Or Not” è il primo passo di LNDFK verso una ricerca molto profonda, per raggiungere un’identità più matura e autentica, dura e fragile allo stesso tempo. È il primo tassello del puzzle del suo album di debutto, in cui tutta una serie di opposti in eterno dialogo si intrecciano lungo la trama dell’intera opera.
Populous
Opporsi alla velocità delle nostre esistenze e, di riflesso, alla velocità in musica, è il punto di partenza di “Stasi”, il nuovo lavoro di Populous. In uscita il 11 giugno per La Tempesta Dischi, l’album è ispirato dalla lentezza, dai ritmi dilatati e dall’ipnosi che la reiterazione sonora può indurre.
Scritto e prodotto in un Salento immobile e silenzioso, in un’atmosfera sospesa e meditativa che ha dirottato in maniera evidente il percorso del producer pugliese, questo luogo lo ha ricondotto verso atmosfere ambient e instrumental hip-hop, simili a quelle d’inizio carriera (quelle di “Quipo” e “Queue for love“, usciti per la berlinese Morr Music a metà degli anni 2000).
Dopo quel primo periodo, Populous ha iniziato a studiare il groove dei ritmi tradizionali sudamericani che, combinati all’elettronica più contemporanea, gli hanno permesso di scrivere e produrre l’acclamato “Azulejos” e collaborare con etichette internazionali come Enchufada, Wonderwheel, Man Recordings e Aya/ZZK. Nel 2020 Populous ha pubblicato “W”, il suo lavoro più intimo e sincero, un manifesto “queer” su beat elettronici sensuali ed energici. Ha successivamente remixato “La vita nuova”, singolo di Christine and the Queens e Caroline Polachek.
“Stasi”, in un moto circolare, rappresenta dunque un rallentamento, una riflessione e una ripresa. Mixato e masterizzato in analogico nel bucolico contesto del Sudestudio, usando bobine Studer e un vecchio banco Amek, gli otto brani del disco fluttuano lentamente fra i nomi di leggende che non hanno mai smesso di ispirare Populous: Midori Takada, Boards Of Canada, J Dilla e William Basinski. Se immaginassimo di planare su un mar Mediterraneo calmo e misterioso, “Stasi” vorrebbe esserne la colonna sonora.