L’esplosione dei conflitti, in questo momento tragico della nostra storia, rappresenta il colpo di coda di un mondo che non esiste più, ormai passato, in una fase di transizione verso un mondo che non esiste ancora? Il mondo da anni è in movimento e stanno emergono nuove centralità, come quella dell’area del Pacifico e del continente africano. Una fase storica di transizione che va compresa fino in fondo, per percepirne la portata epocale. Solo così, cercando di capire, si riesce forse a non lasciare spazio a chi vuole gestire le transizioni della storia con il “rombo dei cannoni”, preparandoci a gestire la transizione epocale, e inarrestabile, in maniera pacifica e costruttiva. La tematica culturale che abbiamo scelto per il 2025 è, pertanto, quella del contributo e del protagonismo dei Sud del mondo nelle grandi sfide per il pianeta: clima e sviluppo sostenibile, giustizia sociale ed economica, pace e diritti, mettendo sul fondo le fuorvianti rappresentazioni che di questo mondo ci siamo fatti in occidente: dell’Africa vediamo solo il rischio dell’invasione per le migrazioni, dell’Asia vediamo solo il pericolo di una competizione economica che riteniamo essere la causa della crisi occidentale. Affronteremo anche il tema di come costruire la pace in un mondo dove hanno preso spazio gli incendiari di mestiere.
Pertanto, con un taglio che escluda l’approccio paternalistico ed euro-centrico, storicamente sbagliato ed oggi più che mai fuori tempo, questa edizione del festival, la più internazionale della nostra storia, è stata costruita con esperienze artistiche provenienti dai Sud del mondo, con uno spazio speciale dedicato al continente africano, grazie alla collaborazione di Mauro Zanda, giornalista e africanista.
Franco Salcuni, ideatore e direttore FestambienteSud
L’Africa rappresenta una fondamentale frontiera per la transizione energetica e la decarbonizzazione mondiale. È qui che si svolge una partita cruciale in cui il continente africano dovrà svolgere un ruolo sempre più da protagonista più sulla produzione di energia da rinnovabili, a partire dal solare fotovoltaico, termodinamico e dalla produzione di idrogeno verde, e nel frattempo evitare di diventare ancora una volta terra di colonizzazione, visti i giacimenti di gas e le significative riserve di materie prime critiche. Con la nostra Festambiente Sud, dedicata quest’anno al tema “OUT OF AFRICA, il futuro dal Sud”, porteremo in primo piano anche questi temi. Lo faremo partendo da storie, voci e tanta straordinaria musica che ben riassumono un continente complesso ma che sin dai tempi più antichi ha da sempre affascinato l’uomo anche per le sue bellezze naturalistiche, tradizioni e colori.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente
Quando, dinanzi a un caffè a Trastevere, Franco Salcuni mi ha parlato per la prima volta dell’idea di realizzare un’edizione di FestambienteSud votata all’Africa, il mio sentimento è stato duplice: entusiasmo certo; mi occupo con impegno e passione di musica e cultura africana da oltre vent’anni: radio, eventi, giornali, consulenze, viaggi, progetti. Ma inevitabilmente anche qualche remora; quella di chi ha visto, purtroppo non di rado, trattare un “mondo” così affascinante e complesso, alla stregua di un mero artifizio retorico. Non è semplice relazionarsi all’Africa senza luoghi comuni. Non è semplice celebrarla senza finire per banalizzarla. Ma l’intesa tra me e Franco è stata immediata. La lunga esperienza sua e del suo team attorno al tema “Sud” sta lì a testimoniarlo: più di 20 anni di festival per certi versi paradigmatico, capace di mettere assieme protagonismo locale e orizzonti ampi, resilienza, clima e sviluppo sostenibile, identità culturali, visioni difformi. Un’alterità contagiosa che attraversa e abbraccia i Sud globali, e trova forse nel continente africano quintessenza e simbolo. Un approdo obbligato, dunque, per chi da sempre insegue nuove centralità. Esperienze altre, capaci di riscatto, certo, ma anche di rappresentare nuovi modelli possibili, opportunità preziose per un Pianeta sempre più malato.
Ecco allora il titolo di questa edizione, “Out of Africa – Il futuro dal Sud”: allusione esplicita alla teoria che vede nelle grandi migrazioni dal Continente madre (Homo Erectus e Homo Sapiens), le matrici della nostra Storia comune; scintille primigenie di movimento, evoluzione e vita. Altro che dramma insomma, la mobilità delle genti africane, la terza ondata in corso, potrebbe rappresentare l’iniezione linfatica di cui questo continente esangue ha bisogno. Il ritorno consapevole a quel futuro primordiale, un flusso continuo di competenze, idee e capitali umani, capace di svelarci modelli non conformi e fornirci strumenti inediti dinanzi alle sfide del contemporaneo: crisi climatica, giustizia sociale ed economica, pace, diritti.
Ecco allora la musica, mai come quest’anno grande quanto il globo, con artisti provenienti da 4 continenti. Un prisma di idiomi, colori e tradizioni in cui l’Africa fa la parte del leone e racconta la sua unicità espressiva attraverso gli stili di diverse regioni: dalla Nigeria alla Tanzania, dal Mali all’Uganda. In un viaggio esplorativo che, l’avrete capito, ha l’ambizione d’esser anche un po’ rigenerativo. Verso il futuro che ci aspetta: la specie umana che, dopo tanto tempo, stacca la spina della mentalità coloniale e prova a riconnettersi con se stessa.
Mauro Zanda, direttore artistico FestambienteSud 2025